I coloni greci (migranti pure quelli? Ormeggiata in porto c’era la Open Arms, l’imbarcazione di una ong che pattuglia il Canale di Sicilia) la chiamarono così perché quell’isoletta al certo di un porto naturale, e con tanto di sorgente di acqua dolce, aveva la forma di una testa di anatra.
Ma il podista di passaggio, che non si fa sfuggire l’occasione di una corsetta mattutina, mentre il resto della compagnia ancora sonnecchia, non si rende conto di quella forma correndoci dentro.
Inizi con il periplo, e poi cominci a tagliare dentro le traverse. Uno scorcio dopo l’altro: mare, onde, portoni, cortili, colonne, statue, capitelli, piante, disegni, decori, piastrelle, balconi, archi.
Giri senza meta, assapori il gusto di perderti tra i vicoli, e come te tanti altri, da soli o in coppia. E poi ti basta sbucare sul lungomare per riconoscere in quale punto della testa di anatra ti trovi: “qua”.
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